Ma con cautela. Vediamo perché.
Sono oggi a disposizione dei pazienti diversi tipi di lenti a contatto teoricamente in grado di soddisfare ogni necessità: dalle LAC rigide in grado di correggere gran parte dei difetti refrattivi e fornire un ottimo aiuto a scopo terapeutico (ad esempio per i pazienti affetti da cheratocono), alle morbide o gas-permeabili usa e getta preferite dai più giovani. L'introduzione di nuovi tipi di LAC quali per esempio le night and day, da indossare anche durante il sonno, oppure le LAC progressive, mirate a coinvolgere soggetti non più giovanissimi, ha ulteriormente allargato il numero dei pazienti interessati al loro uso.
Le LAC rappresentano oggi l'ausilio visivo preferito da centinaia di migliaia di italiani grazie all'ottima qualità visiva raggiunta ed alla loro praticità, apprezzata specialmente dai soggetti che praticano sport.
Ma quali sono gli effetti dell' uso prolungato delle LAC sul nostro apparato visivo e per quale ragione alcuni soggetti sviluppano un'intolleranza al loro utilizzo? Perché alcuni arrivano ad avere addirittura danni permanenti all'occhio? Per comprendere meglio cosa succede al nostro occhio nel momento in cui si applicano le LAC, dobbiamo considerare prima di tutto che la superficie corneale non é una barriera impenetrabile.
Sono fondamentali condizioni oculari idonee all'utilizzo delle LAC: solo dopo un'accurata visita l'oculista può essere in grado di autorizzare o meno il loro utilizzo ed indirizzare il paziente al contattologo di fiducia che applicherà il tipo di lente adatto. L'uso delle LAC deve essere sconsigliato ai pazienti che soffrono di congiuntiviti allergiche oppure presentano una lacrimazione scarsa.
Una lacrimazione idonea é infatti molto importante sia per l'idratazione della LAC che per la funzione antibatterica del film lacrimale.
L'epitelio corneale può essere particolarmente soggetto ad erosioni od abrasioni che rappresentano spesso la sede di pericolose infezioni. I microtraumi a livello epiteliale possono essere causati sia da un uso scorretto della LAC che da inserimento di ciglia o corpi estranei tra l'epitelio e la lente stessa.
Le LAC possono essere un potenziale veicolo per batteri e funghi che aderiscono ottimamente alla loro superficie e che le soluzioni disinfettanti non riescono quasi mai a debellare completamente. L'insorgenza occasionale di microtraumi corneali avviene quindi in un microambiente oculare che favorisce la contaminazione della ferita con possibili danni permanenti alla cornea.
In situazioni di utilizzo scorretto o prolungato delle LAC, specie se in presenza di stimoli irritativi (ambienti polverosi o con alta concentrazione di fumo, ambienti scarsamente umidificati ... ), l'alterazione del film lacrimale favorisce le abrasioni corneali in quanto la LAC tende a disidratarsi e diventare meno flessibile rappresentando così un dannoso corpo estraneo per un epitelio corneale già sofferente per la scarsa ossigenazione.
Il sintomo iniziale é rappresentato, in caso di abrasione corneale, dalla sensazione intensa di corpo estraneo che può essere accompagnata da iperemia congiuntivale e visione offuscata.
In questi casi é indicata la sospensione delle LAC fino alla completa riepitelizzazione con somministrazione frequente di lacrime artificiali.
Nel caso invece di infezione dell'abrasione corneale la lesione caratteristica é rappresentata da un infiltrato bianco-giallastro con sensazione di dolore intenso, lacrimazione, fotofobia e, talvolta, secrezione purulenta.
La diagnosi deve essere tempestiva e la terapia rapida ed appropriata al fine di evitare il propagarsi dell'infezione agli strati corneali profondi; la terapia comprende l'utilizzo di pomate o colliri antibiotici con sospensione prolungata delle LAC.
Altre alterazioni a livello della superficie oculare sono causate dallo scarso apporto d'ossigeno a livello corneale durante l'utilizzo delle LAC.
L'ipossia da LAC può provocare infatti quadri patologici diversi che vanno dal semplice edema corneale, accompagnato da visione offuscata, dolore e fotofobia alla formazione di microcisti epiteliali. Anche in questi casi l'utilizzo delle LAC deve essere sospeso immediatamente. Sebbene le complicanze a carico della superficie corneale siano le più frequenti, altre patologie legate all'uso delle LAC possono essere altrettanto fastidiose.
Ad esempio le soluzioni disinfettanti possono indurre nel tempo stati d'ipersensibilità congiuntivale e palpebrale che si manifestano con prurito, iperemia congiuntivale, infiltrati perilimbari, sintomi che regrediscono con la sospensione delle LAC ed utilizzo eventualmente di colliri cortisonici.
L'intolleranza da LAC inoltre si manifesta, anche dopo anni di utilizzo, con sensazione di "sabbia" negli occhi, prurito, iperemia congiuntivale.
Visite oculisti che periodiche possono mettere in evidenza latenti stati di intolleranza alle LAC che possono esordire con neovascolarizzazione limbare, irritazione congiuntivale, congiuntivite papillare. Solamente la sospensione delle LAC può, in questi casi, evitare la cronicizzazione della sintomatologia.
COSA FARE
La prevenzione delle patologie conseguenti ad un uso scorretto delle LAC può
evitare la maggior parte dei disagi a cui oggi vanno incontro i pazienti portatori di LAC.
E' compito sia dell'oculista che del contattologo sensibilizzare il paziente verso un loro corretto utilizzo.
Nei casi in cui si manifesti qualche segno di fastidio od intolleranza, le LAC non vanno mai utilizzate oltre le otto ore a causa della possibile ipossia corneale provocata dalla loro azione.
Bisogna spiegare, specie ai pazienti più giovani, che l'uso delle soluzioni disinfettanti deve rispettare le indicazioni fornite dal produttore e che il periodo di scadenza delle LAC deve essere rigorosamente rispettato.
E' importante poi precisare che all'insorgenza dei primi sintomi di sofferenza oculare (sensazione di "sabbia" negli occhi, sensazione di corpo estraneo, iperernia congiuntivale, annebbiamento visivo ... ), é necessario sospendere immediatamente l'uso delle LAC in quanto non é infrequente l'aggravarsi di una semplice disepitelizzazione corneale a causa dell'azione lesiva prolungata delle LAC. Per tale motivo un paio d'occhiali deve essere sempre a portata di mano anche in occasioni in cui il loro utilizzo non é previsto e gradito (serate in discoteca, giornate al mare ... ).
I controlli da parte dell'oculistica e dell'applicatore devono essere frequenti e puntuali.
In caso di segnalata intolleranza alle LAC, il primo passo del contattologo sarà quello di fornire al paziente un tipo di LAC più idonea ma se il grado di sofferenza epiteliale o dell'occhio rimane elevato, l'oculista dovrà consigliare la riduzione del loro utilizzo fino ad arrivare, al persistere della sintomatologia, alla sospensione totale ed al ricorso alla chirurgia refrattiva che sempre di più é in grado di offrire risultati altamente positivi nella correzione dei difetti visivi e sollevare il paziente dal fastidio delle lenti a contatto e dal peso dell' occhiaie.
Lucio BURATTO
Giuseppe DI MEGLIO
Pubblicato nel Luglio 2001
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