STRETCHING

Lunedì 21 Maggio 2007 11:14
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Questa qualità fisica, propria di ognuno di noi, tende a diminuire con l'aumentare dell' età sia perché i muscoli tend­no a disidratarsi sia perché il connettivo si sostituisce al tessuto elastico.
Questi effetti biologici, uniti a fenomeni di contratture muscolari provocati sia da posture scorrette sia da lavori di forza durante una comune giornata lavorativa. provocano rigidità.
Lo Stretching risulta un ottimo metodo per ridurre la rigidità ed allenare la distensione a livello di muscoli, tendini, legamenti e può essere eseguito:
-in maniera statica= il soggetto effettua un movimento portando il muscolo, senza contrarIo, sino alla sua massima tensione concessa e mantenendo la posizione raggiunta per almeno 30" ;
-in maniera attiva= l'ampiezza del movimento della articolazione viene eseguito con l'ausilio delle forze dei muscoli interessati, cioè con la contrazione;
-in maniera passiva= l'ampiezza del movimento è guidata da un aiuto esterno, sia esso un compagno od un attrezzo.
-PNF= facilitazione neuromuscolare propiocettiva, consiste nel far precedere all'allungamento del muscolo una contrazione dei muscoli agonisti contro resistenza per alcuni secondi.
Al di là del metodo scelto, la tecnica giusta consiste nel portare il muscolo ad uno stato di tensione senza avvertire dolore, concentrare la propria attenzione solo sul muscolo interessato e rilassarlo, quindi si procede oltre.
La tecnica sbagliata consiste nel moleggiare o eseguire i movimenti sentendo dolore o nell'eseguire l'esercizio troppo velocemente perché non si rispetta la fisiologia neuromuscolare. Lo Stretching non è quindi di facile esecuzione perché presuppone una "coscienza muscolare"  cioè rendersi conto di quale muscolo sta lavorando, dove si trova esattamente e quale è la sua funzione.
Il nostro organismo è in grado di fare questo perché i muscoli e le articolazioni
contengono al loro interno organelli dotati di innervazione sensitiva e motoria allo scopo di fornire continuamente info­mazioni al cervello: posizione nello spazio, stato di tensione, grado di accorciamento e così via.
Durante lo stiramento muscolare i motoneuroni che innervano i muscoli striati provengono da due direzioni, una eccitatoria ed una inibitoria.
In caso di eccessivo stiramento la via inibitoria, ad alta sensibilità, prevale sulla via ccitatrice e blocca la contrazione. Lo scopo di questo meccanismo è quello di proteggere il muscolo quando le sue fibre vengono stirate in maniera eccessiva.
Lo stretching quindi, quando prolungato per alcuni secondi, scarica il riflesso di protezione ed il muscolo si rilassa. I susseguirsi di momenti di contrazione-rilassamento permette alle fibre muscolari di sopportare tensioni sempre più elevate.
Lo Stretching non deve essere solamente utilizzato dagli atleti per la pratica sportiva ad alto livello agonistico, ma anche da ognuno di noi per ottenere comunque il migliore risultato muscolare ed articolare in ogni momento della giornata e durante i movimenti abituali quotidiani.

a cura dell'Istituto di MEDICINA DELLO SPORT
di Genova della F.M.S.I.
Pubblicazione Aprile 1996