I FIORI DI BACH: VIVERE NEL FUTURO

Sabato 05 Agosto 2006 12:48
Stampa
In certi casi arrivano a sperare di morire nella speranza di una vita migliore o anche di ritrovare una persona persa".
Ho visto, nel mio studio medico, persone con le caratteristiche citate. Sono sovente lente, trasognate, indifferenti. Trovo indispensabile farle parlare, ascoltare, senza interromperle, i particolari del loro vissuto per poter prescrivere il fiore adatto. Sono facilmente confondibili con i demotivati ma non sono la stessa cosa
Sognatori e demotivati hanno, nella loro personalità, aspetti simili ma non identici. Durante il colloquio che si instaura tra il paziente e me, cerco il particolare, la sfumatura atta a farmi capire quale fra i tanti sarà il rimedio adatto (e perciò efficace) alla persona che mi ha parlato di sé. Non tutti i fiori di Bach, non tutti i farmaci vanno bene per tutti.
Quando si fugge dalla realtà, si tenta di vivere nel sogno diurno durante il quale si fanno progetti per ciò che faremo domani, in futuro.
Clematis é il fiore che Bach consiglia per coloro che hanno difficoltà di concentrazione, per coloro che evitano le esperienze che la vita ci offre, esperienze che, anche se negative, sono sempre costruttive in quanto fanno crescere.
La personalità Clematis rimanda, come ho accennato, ciò che dovrebbe fare oggi a un domani che, forse, sarà rimandato ancora.
Prescrivo Clematis all'alunno distratto e lo abbino al farmaco adatto a quel particolare alunno dal quale avrò ascoltato, senza interromperlo, il racconto dei suoi disagi scolastici ed esistenziali.
La fuga dalla realtà sia per gli adulti che per i bambini e per gli adolescenti é un meccanismo di difesa. La nostra esistenza é, sovente, competitiva, frustrante. La tentazione di sfuggire alle proprie difficoltà, si presenta come una possibilità di vita più piacevole. Questo metodo non avrà successo perché non potremo mai sfuggire al nostro io interiore.
Dedicando il tempo al sogno a occhi aperti, ai progetti per l'avvenire, non si realizza molto; le energie sono impiegate nel parlare, nel programmare, non nel fare.
La vita potrebbe divenire interessante se imparassimo ad adeguarci alla realtà, ad accettare le difficoltà come se fossero, e lo sono, aspetti da mettere in conto fin dalla nascita.

Maria Vittoria Brizzi Tessitore
Dott. in Medicina e Chirurgia
Dott. in Lingue e Letterature Straniere
Prof. in Materie Letterarie
Genova
pubblicazione del 2004