LA PATOLOGIA CUTANEA DA LUCE SOLARE

Martedì 30 Novembre 1999 00:00
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Le ultraviolette si possono a loro volta distinguere in:
a) UV lunghe: fra 4.100 e 3.150 Angstrom, responsabili della fotosensibilizzazione; b) UV medie: fra 3.150 e 2.780 Angstrom, responsabili dell'eritema solare e della abbronzatura;
c) le onde UV corte, inferiori a 2.780 Angstrom, vengono assorbite dall'atmosfera e non hanno effetti biologici.

La penetrazione dei raggi UV è direttamente proporzionale alla lunghezza d'onda, anche se lo spessore dello strato cutaneo corneo, la pigmentazione melaninica e la vascolarizzazione del derma possono influenzarla. I raggi UV lunghi provocano una pigmentazione pronta ma fugace; i raggi UV medi, invece, provocano in circa 6/24 ore una risposta eritematosa, cui consegue pigmentazione ed ispessimento dello strato corneo, che possono essere definiti veri e propri meccanismi di difesa.
Tutte le situazioni nelle quali si riscontra una alterata reattività alla luce solare possono essere riassunte schematicamente individuando due gruppi, non sempre ben definiti, di quadri patologici:
-quello delle alterazioni con danno prevalente alla cosmesi e
-quello delle alterazioni con compromissione funzionale, locale o generalizzata. Nel primo gruppo si annoverano fenomeni di senescenza cutanea come acromie, discromie, rilassamenti del derma, discheratosi, eritemi, teleangectasie ecc..
Nel secondo gruppo sono inclusi quadri patologici veri e propri come ustioni, lesioni precancerose e tumori cutanei (epiteliomi baso- e spino-cellulari, melanomi).
Da quanto fino a qui esposto risulta evidente la necessità di una prevenzione, ancor prima che una terapia, delle lesioni da luce solare che abbiamo visto possono raggiungere livelli di gravità eccezionale.
Detta prevenzione potrà essere sia medica che chirurgica.

Prevenzione medica
La prevenzione medica mirerà a stimolare quei meccanismi di difesa della cute, in primo luogo la pigmentazione, che riducono gli effetti nocivi della luce solare. E’ noto infatti come nelle razze di colore l'insorgenza di epiteliomi e melanomi sia inferiore a quella delle razze bianche.
Fisiologicamente esistono due fattori antieritematogeni che sono la melanina e l'acido urocanico. Sono entrambi presenti nella cute e reagiscono il primo a lunghezze d'onda comprese fra 3.400 e 3.600 Angstrom, il secondo intorno a 2.800 Angstrom.
In campo farmacologico-cosmetologico esistono diversi prodotti con svariate caratteristiche.
FOTOTOSSICITA’
fattore unico troppo intenso (colpo di sole);
fattore doppio (eccesso di radiazioni associate all'azione di un prodotto chimico fototossico;
FOTOALLERGIA
prodotto chimico interno-esterno in grado di funzionare da allergene;
substrato predisposto particolare;
sollecitazione agli UV lunghi;
FOTOSENSIBILITA’
comprende numerosi quadri clinici di origine sconosciuta fra i quali il summer prurigo, la attino-reticulosi, l'hidroa aestivalis, l'eruzione polimorfa solare.
(da So/aro/i Mod.)

I filtri solari sono sostanze a bassa tossicità, non irritanti, insolubili in acqua salata, non idrolizzabili e non coloranti che svolgono la loro azione fra i 2.950 e i 3.150 Angstrom assorbendo l'80/85% delle radiazioni eritematogene, ma lasciando filtrare le radiazioni tannanti (ovvero quelle responsabili dell'abbronzatura) che permettono la formazione di melanina bruna e la sua dispersione in granuli, con conversione del citoplasma cellulare da gel in sol. I filtri solari contengono acido urocanico, mentre le sostanze di tipo melaninico non sono state ancora sintetizzate artificialmente; contengono inoltre p-aminobenzoati, antranilati, salicilati, derivati dell'acido cinnamico e della cumarina.
Gli abbronzanti sono sostanze che svolgono la loro azione anche nel periodo in cui la cute non rimane esposta alle radiazioni solari, sfruttando un legame con gli aminoacidi degli strati più superficiali, formando un pigmento scuro, la «melanoidina». Sono a base di diidrossiacetone e diidrossipropionone.
I fotostimolatori sono farmaci di recente acquisizione derivati dagli psoraleni, 8-metossipsoralene (8MOP) e 4-5'-8 trimetilpsoralene (TMP), gia impiegati con successo nella terapia della psoriasi e nella repigmentazione della vitiligine. Il loro meccanismo d'azione sfrutta un meccanismo di stimolazione della melanogenesi diretto sui melanocita. L'impiego di questi farmaci va però bandito al di fuori di ambienti specialistici in quanto l'uso errato od indiscriminato può provocare gravi danni epatici e cutanei (insorgenza di tumori nelle cavie trattate con forti dosaggi di psoraleni) .

Prevenzione chirurgica
Per quanto riguarda la prevenzione chirurgica, essa mirerà all' asportazione di tutte quelle lesioni caratteristiche delle precancerosi cutanee come la cheratosi attinica, lo xeroderma pigmentoso, le leucoplasie ecc.: ogni più piccola discheratosi, discromia, teleangectasia, nell'ambito di questi quadri patologici, è potenzialmente a rischio di evoluzione maligna. Non andranno tralasciati i nevi, specie quelli piani o giunzionali, per la possibilità di evoluzione in melanoma maligno.
E’ necessario precisare che una lesione cutanea a rischio neoplastico può risentire anche di poche esposizioni alla luce solare e può altresì manifestare la propria evoluzione maligna dopo diversi anni, per cui una asportazione chirurgica preventiva dovrà sempre essere valutata con attenzione.

Franco C. Migliori -chirugo plastico
pubblicazione del 1982