Ne scaturisce così una difformità di risposta dei medici sul periodo durante il quale possa essere praticato il rapporto sessuale e su quello in cui debba essere invece sospeso, proponendo così alla donna ulteriori preoccupazioni rispetto al rischio che ciò potrebbe comportare (Neubardt 1973).
Tale difformità viene acuita da altri specifici condizionamenti di ordine professionale: prevale ad esempio l'abitudine a considerare la gravida, che pure sta benissimo, come una "paziente", e in quanto tale prevalgono consigli di tipo restrittivo ingigantendo l'impegno a proteggere il figlio e a preoccuparsi per la salute fisica della madre.
In realtà anche nella donna esiste una dissociazione più o meno latente tra attività sessuale e funzione materna (Recamier), tra femminilità e maternità (Pasini) o tra codice genitale e codice materno (Fornari). Il conflitto che ne seguirebbe sarebbe quasi sempre risolto rinunciando alle esigenze della sessualità a favore di quelle della maternità.
In ogni caso è importante sottolineare che, ciò che sembra comportare una variazione in senso negativo nella coppia durante la gravidanza, appare legata più a fenomeni psicologici e culturali piuttosto che biologici. In questo senso sembrano concordare le opinioni dei vari autori che vedono un progressivo e lineare declino di tutti gli aspetti della sessualità (dal desiderio alla risposta orgasmica) man mano che aumenta il periodo gestazionale: tale declino potrebbe anche essere interpretato come il risultato di una condizione ansiogena causata dalla paura, non sempre giustificata, di poter recare danno al nascituro. Inoltre possono giocare anche altri fattori quali l'accettazione o meno della gravidanza in corso, lo stato di benessere generale, il desiderio di conservare l'attenzione del marito, o per contro le chiare modificazioni corporee che fanno pensare alla donna di essere comunque "meno desiderabile" .
Per concludere, sarà compito del medico chiarire molti punti oscuri e quindi: niente tabù castranti o proibizioni che spesso rivelano la nostra ignoranza o, peggio, le nostre contrattitudini irrisolte in tema di genitalità; eros e gravidanza possono e debbono quindi coesistere. Ma anche qui, attenzione! Neppure sesso obbligatorio e per forza! Vi sono infatti momenti e circostanze in cui una certa attenzione dovrà pur essere osservata. Sono note le osservazioni di Masters e Johnson sulla contrattilità uterina legata all'orgasmo e sono state prospettate relazioni fra aborto e orgasmo raccomandando di astenersi dalla attività sessuale nel primo trimestre di gravidanza in caso di minaccia d'aborto o di aborto ripetuto. È interessante notare a questo proposito che con "attività sessuale" si intende non solo il coito ma anche la masturbazione o qualsiasi altra manovra atta a provocare l'orgasmo in quanto è proprio quest'ultimo che provoca le contrazioni uterine più rilevanti e non la penetrazione in se stessa. Ribadiamo però che tali restrizioni debbano essere osservate solo in caso di dolori vaginali o addominali, in presenza di qualsiasi tipo di emorragia uterina, nell'aborto ripetuto, nella minaccia d'aborto o di parto prematuro.
Vogliamo concludere ora con alcune considerazioni: al di là quindi della innata propensione del medico verso la prudenza, desideriamo affermare ancora una volta che alla base della serenità e della gioia della gravidanza rimane il benessere biologico della madre e del feto; la vita sessuale ne è un importante completamento, purchè venga inserito in quella scala di valori guidata dalla intelligenza e da quella capacità di discernimento che distingue l'uomo dal mondo animale che lo circonda.
Vittorio Azzarini -ginecologo
pubblicazione del 1985
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